Nell’ipotesi in cui il defunto muoia, senza lasciare testamento, o nel caso in cui il testamento sia invalido, la legge riconosce ad alcune categorie di persone un particolare diritto sul patrimonio del de cuius. È evidente che, tra queste persone, i coniugi svolgano un ruolo fondamentale. E che lo tato riconosca proprio a loro una parte rilevante del patrimonio del defunto. Vediamo insieme come si calcola.
Coniugi e successione legittima
Nel caso in cui non vi sia alcun testamento, la successione si definirà “legittima”. In altri termini, sarà la legge stessa a stabilire chi sono le persone a cui viene attribuita l’eredità.
Le persone, successibili, sono:
- coniuge,
- figli (discendenti),
- genitori (ascendenti),
- collaterali (fratelli e sorelle),
- altri parenti del defunto,
- Stato.
Dunque, i coniugi sono i soggetti che vengono presi in considerazione dalla legge. Una cautela che vale – peraltro – anche nell’ipotesi di coniuge separato (non divorziato), a patto che non gli sia stata addebitata la separazione.
Come calcolare la quota del coniuge
Nella successione legittima, la quota a favore del coniuge del defunto dipende dalla presenza o meno di altri soggetti successibili. Di fatti:
- se non ci sono altri soggetti successibili, al coniuge spetta il 100% del patrimonio del defunto;
- se il defunto lascia anche un figlio, al coniuge spetta il 50% dell’eredità, mentre l’altro 50% spetta al figlio;
infine, se il defunto lascia due o più figli, al coniuge spetta un terzo dell’eredità, mentre i restanti due terzi spettano ai figli, da dividersi in parti uguali.
E se non ci sono figli, ma ci sono altri parenti stretti del defunto, come i genitori o i fratelli?
In questa ipotesi:
- se il defunto non lascia figli, fratelli o sorelle, ma sono vivi i genitori o uno solo dei genitori, al coniuge spettano i due terzi dell’eredità, mentre il restante terzo spetta ai genitori;
- se il defunto non lascia alcun figlio, ma lascia i genitori e uno o più fratelli, al coniuge sono devoluti i due terzi dell’eredità. La quota restante è suddivisa per un quarto ai genitori e la parte residuale ai fratelli, da suddividersi in parti uguali;
- infine, se il defunto non lascia alcun figlio, i genitori sono già morti ma ci sono uno o più fratelli, al coniuge sono devoluti i due terzi dell’eredità, mentre il restante terzo è suddiviso fra i fratelli del defunto.
Ricordiamo infine che oltre alla quota di eredità, al coniuge del defunto spetta in ogni caso il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso dei mobili che la corredano, se di proprietà del defunto, o comuni.