Fare testamento è sicuramente il miglior modo per poter comunicare in maniera precisa e univoca le proprie volontà. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui non fare testamento è comunque la scelta più opportuna. E, proprio per poter valutare correttamente quando sia il caso di procedere con questa strada e quando invece sia il caso di astenersi, è certamente preferibile contattare un legale esperto in materia.
Quando non fare testamento
Come abbiamo anticipato qualche riga fa, non sempre non fare testamento è sbagliato.
In alcune situazioni non è affatto indispensabile che sia redatto. O, se redatto, non è necessario che sia pubblicato dal notaio.
Per esempio, potrebbe non fare testamento chi:
- non ha patrimonio da dividere;
- ha un patrimonio ma gli eredi saranno comunque il coniuge e/o i figli.
In questi casi, se il testatore non ha alcuna intenzione di destinare diversamente il proprio patrimonio, potrebbe anche non fare testamento, e lasciare che si attivi una procedura di successione legittima.
Occorre, ad ogni modo, effettuare una valutazione caso per caso. Ed è proprio qui che il professionista, con la sua consulenza legale, entra in gioco.
Se ci sono donazioni
Un cenno di particolare riferimento è sicuramente attribuibile all’ipotesi in cui il testamento sia effettuato per poter disciplinare la ripartizione parziale del proprio patrimonio a terzi.
Per esempio, se il testatore ha in mente di effettuare qualche piccola ripartizione di fondi a un ente di beneficienza, potrebbe aver maggiore convenienza a:
- non fare testamento,
- effettuare una donazione in vita.
Attenzione, però: si parla di piccole, piccolissime, donazioni, rivolte peraltro a soggetti non eredi legittimi.
Di contro, il testamento può essere necessario se in vita si sono fatte alcune donazioni ad alcuni eredi, senza che magari gli altri eredi lo sappiano.
Ora, è fondamentale rammentare che ai fini del rispetto delle quote di legittima, si devono considerare anche le donazioni eseguite in vita. Dunque, il testamento potrebbe essere l’occasione giusta per ripristinare gli equilibri, riepilogando le donazioni effettuate, e permettendo così la corretta attribuzione, ai fini di legge, del patrimonio del de cuius.
Infine, potrebbe evitare di produrre questo atto chi sta pensando di farlo solo per poter ripartire in maniera dettagliata i propri beni (ad esempio, un particolare quadro a un figlio, un tappeto a un altro, e così via).
In queste ipotesi, infatti può essere sufficiente e più conveniente incaricare un erede legittimo di fiducia di trasmettere il bene al destinatario dopo la morte, o effettuare una donazione (vedi sopra) in vita.