Si teme di essere esclusi dall’eredità? Un cattivo rapporto con il testatore può essere una causa utile per poter impedire al figlio del de cuius di entrare in possesso di una parte del patrimonio?
Domande evidentemente lecite (e comuni), alle quali è però possibile fornire una prima risposta puntuale: chi appartiene alla classe degli eredi legittimari non ha nulla da temere, perché il testamento non può escludere del tutto tali soggetti dall’eredità.
Esclusi dall’eredità: non i legittimari
Come abbiamo affermato qualche riga fa, i soggetti legittimari non possono essere esclusi dall’eredità, salvo rare eccezioni particolarmente gravi, e supportate da una sentenza.
Per il resto, chi è un erede legittimario e teme di essere escluso dall’eredità sta, probabilmente, alimentando delle false preoccupazioni.
Ricordiamo infatti che:
- al coniuge superstite, anche se separato, ma non ancora divorziato, è riservata la metà del patrimonio, si riduce a un terzo se oltre al coniuge vi è anche un figlio e a un quarto se invece ci sono più figli;
- al figlio unico o ai suoi discendenti in assenza del coniuge del testatore è riservata la metà del patrimonio. Se invece i figli sono almeno 2, allora hanno diritto ai due terzi, da dividersi in parti uguali;
- agli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni)è riservato un terzo del patrimonio o un quarto se vi è anche il coniuge superstite.
La quota disponibile
In termini ancora più chiari, se il soggetto rientra in una delle tre casistiche che sopra abbiamo riassunto (coniuge, figli, ascendenti), non può essere escluso dall’eredità.
Al testatore non rimane altro da fare che disporre liberamente della quota disponibile, ovvero della parte di patrimonio che eccede la quota di legittima.
Ferma restando la quota disponibile, però, la destinazione del patrimonio risulta essere vincolata dal rispetto delle porzioni di cui sopra.
Quanto sopra ci permette di trarre alcune conclusioni utili sull’esclusione dall’eredità: il testatore potrà ben escludere dall’eredità tutti gli altri parenti che non rientrano nelle linee di cui sopra. Potrà pertanto escludere i fratelli e le sorelle, i nipoti, i cugini, e così via.
L’esclusione potrà essere semplicemente realizzata indicando all’interno delle disposizioni testamentarie la propria volontà a non rendere in nessun caso beneficiari della destinazione patrimoniale tali soggetti. Non esistendo delle specifiche formule, il testatore potrà limitarsi ad utilizzare quella che preferisce. È tuttavia fondamentale che dalla stessa emerga in maniera chiara e univoca l’intenzione di escludere dall’eredità dei soggetti ben individuati all’interno delle disposizioni testamentarie.